Una data fondamentale nella storia d’Italia, trascurata e spesso ignorata, specie dalle giovani generazioni.
Un pezzo di storia italiana che è doveroso ricordare in termini di pesante sacrificio di vite italiane e straniere che hanno donato dal 1860 l’anelato desiderio di UNITA’ per un popolo che storicamente è stato sempre diviso da Nord a Sud dai conquistatori di turno.
Una storia di unità nazionale iniziata con la spedizione dei mille di Garibaldi e della politica della Giovine Italia di Mazzini “Costituire l’Italia in Nazione Una, Indipendente, Libera, Repubblicana” che diedero vita al Risorgimento italiano passando da Cavour, seguita dalle tre guerre di indipendenza, per arrivare alla I Guerra Mondiale da molti vista in quell’epoca come la IV guerra d’indipendenza. I valori a cui noi italiani siamo legati! Come è possibile dimenticare le storie raccontate dai nostri nonni sul sacrificio prestato dai loro padri per ottenere ciò che oggi noi diamo per scontato?
Io, in prima persona, ho avuto in regalo la storia di quei valori in cui per la prima volta il Siciliano parlava con il Veneto; Italiani di ogni provenienza e ceto si amalgamarono per combattere sotto la stessa bandiera, per la stessa Nazione. È la storia del mio bisnonno Medaglia d’argento al valor Militare nelleultime giornate di conflitto sul Piave.
Oltre cinque milioni di mobilitati, appartenenti a ben 27 classi di leva (27 anni), di cui oltre quattro milioni assegnati all’esercito operante, 680.000 caduti, 270.000 mutilati, oltre un milione di feriti, 600.000 prigionieri, 64.000 dei quali morti per stenti in mano nemica, queste le cifre nude e crude e solo le foto non censurate o i cimiteri militari ci possono oggi dare un’idea, ma solo un’idea, di ciò che queste cifre rappresentano e non sono da intendersi in termini matematici.
Il 4 Novembre del 1918, l’Armistizio di Villa Giusti consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste. Il 4 Novembre dello stesso anno terminava la Prima Guerra Mondiale e per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del “Milite Ignoto”, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma.Il 4 Novembre, infine, fu dichiarato Festa nazionale Con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922.
La Federazione Lavoratori Militari (FLM) quale sigla sindacale militare chiede ai politici italiani di ogni schieramento e alle istituzioni tutte, maggiore attenzione, sostegno ed empatia per l’intero comparto Difesa, le cui donne e uomini non possono essere considerati eroi solo quando tornano dai loro cari nelle bare o mutilati a seguito dei loro impieghi internazionali nelle missioni di pace od in servizi istituzionali che, per loro natura sono devoluti ad altri rappresentanti dello Stato, giustificandone la dolorosa perdita come il rispetto al giuramento solenne di fedeltà prestato.
Nella Giornata delle Forze Armate bisogna ricordare che, dietro ogni uniforme c’è una donna o un uomo, un padre o una madre, una famiglia e una vita con tutte le sue possibili fragilità. Per questo serve dare il giusto peso al diritto di famiglia, agevolando il ricongiungimento familiare anche tra coniugi appartenenti a diverse Amministrazioni.L’assistenza per chi ha un congiunto da accudire, implementando la legge 104, ormai obsoleta e lacunosa.Bisogna, oggi più che in passato, riconoscere alla compagine militare un welfare degno di questo nome, soprattutto nella parte economica, alloggiativa e di sicurezza del lavoro.Occorre anche una prevenzione seria ed adeguata del rischio burn out e dello stress da lavoro correlato valutando il militare per la sua specificità e non inserendola in un mero calcolo statistico nazionale.
Garantire le giuste tutele e maggiori diritti a chi, con orgoglio e profondo senso del dovere, opera al servizio del proprio Paese, quotidianamente in silenzio e a dispetto dei suoi affetti familiari.
Il Vice Segretario generale nazionale (Vicario) FLM
e Segretario Nazionale FLM Aeronautica
Paolo SPINOGATTI