Lei è Valentina. La conoscete?
Nasce in Russia, nel 1937 da una famiglia di contadini. Valentina ha 2 anni quando il padre viene chiamato al fronte, e non farà più ritorno. La madre prende lei e i due fratelli e si trasferiscono in città. Valentina cresce in fretta, pulisce casa, prepara da mangiare, studia la notte, quando gli altri dormono. Ha 17 anni, si spacca la schiena in fabbrica, a fine turno è così stanca che non riesce nemmeno a pensare. Piange dalla rabbia, quella vita la opprime. Valentina allunga la mano verso il cielo, vuole di più.
È il 1955. Sta camminando per strada, si blocca, stropiccia gli occhi, aguzza la vista. C’è qualcosa, lassù, tra le nuvole! È come una macchia, si avvicina, diventa sempre più grande. È un uomo, legato con delle funi a una specie di conchiglia gigante di tela. Valentina lo guarda a bocca aperta. Sente un brivido nel corpo, le gambe si muovono da sole, la portano dritta al club di volo della città. Si iscrive al corso di paracadutismo, ma non lo dice alla mamma. Segue le lezioni, indossa la tuta e lo zainetto, sale sull’aereo e si butta. Si sente libera, leggera, felice. Si allena di nascosto, la madre scopre il suo segreto, alza gli occhi al cielop:”Benedetta figlia, si è mai vista un’operaia tra le nuvole?”
È il 1961. Jurij Gagarin è il primo uomo nello spazio. La Russia festeggia, Valentina sente il sangue ribollire nelle vene:”E perché non una donna?” Pensa.
Si iscrive alla scuola per cosmonauti, la madre si mette le mani tra i capelli. Valentina inizia l’addestramento: test di isolamento, centrifuga, camera di decompressione, e tanta teoria. È un massacro. Valentina stringe i denti, non è la migliore del corso, ma la sua esperienza con il paracadute fa la differenza.
È il 16 giugno del 1963. Valentina Tereškova indossa la tuta, si infila nell’abitacolo, trattiene il respiro, sente l’esplosione dei motori e in un attimo si ritrova tra le stelle. Guarda dal finestrino:”Hai visto mamma, tua figlia l’operaia è la prima donna della storia a volare nello spazio”.
Fin da piccola mi è stato insegnato che ci sono “cose da uomo” e “cose da donna” ma crescendo, ho scoperto e capito che non è proprio così.
La storia ce lo insegna.
Ci sono persone che si impegnano per raggiungere i propri obiettivi ed altre no…e non è una questione di genere.
Dunque non permettete a nessuno di dirvi che non potete fare qualcosa, PERCHÉ DONNE. E se qualcuno vi disprezza con battute infelici, se sminuisce il vostro operato, se vi discrimina, non esitate a scriverci all’indirizzo email: wistle-blowing@flm-militari.com
Abbiate fiducia in voi stesse.
Siamo ciò che pensiamo.
Siamo ciò per cui lottiamo.
Cinzia Randazzo
Segreteria Nazionale FLM
Gender Equality