LE DONNE SONO DAVVERO IL SESSO DEBOLE?

da | Gender_Equality, Morale e Welfare

Per anni mi sono sentita dire cose come:-“L’avete voluta la parità?”- Come se sollevare qualcosa di pesante, fosse un compito di cui solo l’uomo è capace.
Ma…avete mai notato le braccia e le mani delle nostre nonne? Sapete, quelle “VERE DONNE” che spesso nominate cosa facevano? Non erano tutte maestre, né signore dell’alta società ma guerriere con la gonna. Facevano tutte quelle cose che oggi, grazie al progresso e alla tecnologia, pesano meno e serviva forza. Pensate alla logistica delle forze armate, oggi abbiamo mezzi e materiali per supportare i soldati ovunque ma non è sempre stato così.
Fra il 1915 ed il 1917, l’Esercito Italiano viene schierato sul fronte trentino, sul fronte giulia, in Carnia e in Val Fella. La forza media presente in quei territori si aggirava intorno ai 10-12 mila uomini che dovevano essere vettovagliati ogni giorno, riforniti di munizioni, medicinali, attrezzi vari etc.
I magazzini ed i depositi militari erano dislocati in fondo alla valle e non c’erano vie che consentissero il transito di automezzi, né di carri trainati da animali.
L’unico sistema per raggiungere la prima linea del fronte, in alta montagna, era il trasporto a spalla seguendo sentieri o mulattiere ma per effettuare questi rifornimenti, non si potevano sottrarre militari alla prima linea senza danneggiare l’efficienza operativa, perciò il Comando Logistico della Zona e quello del Genio, furono costretti a chiedere aiuto alla popolazione civile ma tutti gli uomini validi erano in guerra, rimanevano a casa solo donne, vecchi e bambini.

La situazione era davvero critica ma le donne non si tirarono indietro! Si misero a disposizione dei Comandi Militari. Venne così costituito un Corpo di ausiliarie formato da donne di età compresa tra i 15 e i 60 anni, della forza pari a quella di un battaglione di circa 1000 soldati: nascevano le PORTATRICI CARNICHE.
Esse non furono mai militarizzate ma la disciplina ferrea che si autoimponevano durante le marce fu delle più esemplari.
Dovevano presentarsi all’alba di ogni giorno presso i depositi ed i magazzini in fondo alla valle, per ricevere in consegna il materiale e caricarlo nella gerla (una cesta di legno o vimini intrecciati) che arrivava a pesare anche più di 40 kg. A quel punto le donne partivano in gruppi di 15-20 e, dopo pochi chilometri a fondo valle, iniziava la salita verso la linea del fronte. Dovevano superare dislivelli che andavano dai 600 ai 1200 metri, vale a dire dalle due alle cinque ore di marcia in ripida salita. D’inverno il viaggio era ancora più proibitivo, reso difficoltoso dalla neve che arrivava fino alle ginocchia.

Giunte a destinazione, scaricavano il materiale, sostavano un po’ per riposare, per consegnare ai soldati la biancheria pulita, ritirata da lavare nei viaggi precedenti.
Dopodiché, si incamminavano lungo la discesa per tornare a casa, dove le attendevano i vecchi, i bambini, il governo della casa e della stalla.
L’indomani all’alba ricominciava tutto.
E così per 26 mesi.
Capitava anche che, durante il viaggio di ritorno, veniva loro chiesto di trasportare a valle in barella, militari feriti o uccisi.
I feriti venivano poi portati con le ambulanze agli ospedali da campo mentre i morti venivano seppelliti nel Cimitero di guerra di Timau, dopo che le Portatrici stesse avevano scavato la fossa.
Un giorno una di loro venne colpita a morte da un cecchino austriaco: si trattava di Maria Plozner.
Le fu dedicata una caserma nel comune di Paluzza (unica caserma dell’Esercito Italiano dedicata ad una donna). La caserma verrà dismessa nel 2001 e ceduta al Comune che ne demolisce una parte perchè pericolante, il resto verrà riconvertito ad uso sede del locale del Gruppo Alpini, Soccorso Alpino per addestramento unità cinofile, Protezione Civile e sede di una società sportiva.
Nel 1997 il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, le conferisce la medaglia d’oro al valor militare, come rappresentante di tutte le Portatrici.

 

 

Questa è solo una delle testimonianze che dimostra che una donna, se VUOLE e se non ha PAURA, può far tutto.
E voi uomini, mi raccomando, continuate a definirci IL SESSO DEBOLE.

Cinzia Randazzo
Segretaria Nazionale FLM
Gender Equality

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