Come avevamo accennato nell’articolo precedente, oggi, nel secondo articolo della Rubrica di Tecnologia, parleremo di questo nuovo standard di comunicazione: il “5G”.
Andiamo a vedere cos’è il 5G nello specifico.
È una tecnologia di trasmissione che usa onde ad altissima frequenza per trasferire dati, è un’evoluzione dell’attuale 4G. Abbiamo detto che usa frequenze molto alte per la propagazione, onde chiamate millimeterWave. La frequenza di utilizzo va dai 700MHz ai 26GHz. Attualmente le maggiori compagnie telefoniche hanno acquistato proprio la frequenza a 700MHz perché offre una maggiore penetrazione agli ostacoli.
Cosa cambia per il nostro smartphone?
La svolta epocale per i nostri smartphone fu il passaggio dal 3G al 4G, perché ci fu la possibilità di aver accesso alla multimedialità; ma adesso cosa comporta questo nuovo passaggio?
Diciamo che l’unico cambiamento a noi percepibile sarà il fatto che a Natale o a Capodanno, quando tutti noi utilizzeremo WhatsApp per gli auguri inviando video, foto o altro, non ci resterà più il messaggio appeso in attesa di trovare spazio nella cella per essere inviato, ma verrà inviato immediatamente. Questo accadrà perché cambierà il modo di propagazione del segnale, che non sarà più areale ma diretto. Ovvero ogni device avrà il suo spazio di comunicazione dedicato.
La vera rivoluzione non sarà negli smartphone, ma nell’Internet of Things (IoT), nell’automotive e nella medicina remota.
Questo perché, operando su frequenze così alte, il 5G ci dà la possibilità di attuare una quantità di cose fino ad oggi impensabili, come le auto a guida automatica, oppure una serie di sensori tutti collegati ad internet e tutti contemporaneamente, o ancora la medicina remota (già utilizzata per interventi non molto complessi, ma che con il 5G potrà essere estesa ad interventi più complessi , come se i medici fossero lì presenti). Tutto questo è dovuto non solo ad una velocità di comunicazione da un minimo di 1Gbps ad un massimo di 20Gbps (teorica), ma ad una latenza (tempo di risposta tra il comando e l’esecuzione) massima di 1ms, al contrario dell’attuale latenza che va dai 30 ai 50 ms.
Chiaramente tutto ha un prezzo.
- Il primo di questi prezzi da pagare è la nostra privacy: saremo sempre connessi e si saprà sempre dove siamo. Questo aspetto potrà però avere anche dei risvolti positivi; infatti le Forze dell’Ordine potranno individuare più rapidamente chi commette un crimine e avere così tempi di intervento più rapidi;
- Ci saranno ripetitori ovunque (lampioni, tombini, semafori, tetti di palazzi, etc..). Questo perché le mmWave hanno notevole difficoltà a superare gli ostacoli sia naturali che artificiali;
- Di conseguenza si avrà un aumento esponenziale dell’inquinamento elettromagnetico;
- Per via di tutte le automazioni che si potranno realizzare, si perderanno posti di lavoro. Sarà però possibile creare nuovi sbocchi lavorativi legati alle nuove strumentazioni tecnologiche, a condizione di avere una mente elastica e preparata.
Il problema principale del perché in molti non vogliono il 5G è legato ai possibili risvolti negativi per la nostra salute. Qui, la comunità scientifica si divide in due categorie:
- Sostenitori del Principio di precauzione: “se di una sostanza o tecnologia non abbiamo sufficienti evidenze del fatto che non sia dannosa per l’uomo, bisogna fermarsi e fare ulteriori ricerche”
- Progressisti: “non è una tecnologia nuova (ovvero onde elettromagnetiche non ionizzanti a bassa intensità), visto che ci stiamo già convivendo da tempo e sulla quale ci sono delle ricerche che dicono che queste frequenze non sono dannose, entro i limiti stabiliti per legge.”
Quali sono le perplessità dei sostenitori del “Principio di precauzione”?
- Il 5G, per via della grande quantità di antenne, ci esporrà in maniera massiccia a campi elettromagnetici;
- Non sono state effettuate sufficienti ricerche sulle onde mmWave;
- Uno degli aspetti negativi delle mmWave è l’effetto NON TERMICO.
In questi link potete leggere alcune ricerche in merito:
- “The Bioinitiative report”
- “Studi fatti dall’Istituto Ramazzini di Bologna”
- “National Toxycology Program” americano
Cosa dicono le istituzioni?
Istituto Superiore della Sanità: “I rischi del 5G sarebbero casomai collegati ai telefoni di prima generazione, certamente molto meno attenti alle emissioni. Inoltre attualmente non esiste motivo per dubitare della sicurezza del 5G.”. Qui possiamo trovare i report e le slide presentate alla camera dei deputati.
Organizzazione Mondiale della Sanità: “Non è necessario portare le conseguenze del 5G da B2 ad A2, ovvero da possibili cancerogeni a probabili cancerogeni, perché non vi sono evidenze verificate di maggiore incidenza in soggetti esposti a onde elettromagnetiche. Qui i report dell’OMS:
Sicuramente questa tecnologia 5G ci porterà a vivere in maniera diversa, vedremo in seguito come e quanto diversa. Intanto, in molti si rifiutano di far installare le antenne del 5G.